sabato 18 dicembre 2010

Per Chiara Scollo messo in atto un disegno contro la sua società


Piazza Armerina , 18/12/2010 -

Chiara Scollo non ha apprezzato quanto espresso dall'Assessore Lillo Cimino a proposito della revoca alla CSA dell'appalto del trasporto pubblico cittadino, Cimino aveva affermato che alla CSA mancavano ormai requisiti necessari per poter svolgere il trasporto pubblico a Piazza Armerina.
Secondo l’assessore il servizio  autobus urbani nella nostra città costa circa 400 mila euro di cui il  comune finanzia la somma di 16 mila euro al mese e la regione contribuisce per la restante somma.
Decisivo per la scelta dell’amministrazione è stato il controllo da parte dei  Carabinieri che  hanno  contestato
diverse irregolarità nei bus della CSA.
Ma la situazione più grave è stata quella finanziaria, nonostante la Regione ed il comune - secondo Cimino -
avessero pagato regolarmente le somme per il 2009, l’azienda  non aveva regolato  i contributi  ai dipendenti.
Così replica Chiara Scollo. «Fino a quando dovremo sentire le elucubrazioni e le pseudo-verità dell’assessore Cimino?


La piccola cooperativa della CSA l’hanno  tolta di mezzo  utilizzando calcolati ed  estenuanti  ritardi 
e boicottaggi. Il discorso riguardante il DURC – continua  - è strumentale , perché quando un ente è debitore
verso una ditta, si può sostituire nel  pagamento con  l’INPS e  dare la  differenza.  Invece si pretendeva che 
piccoli soci, mono-reddito, anticipassero loro, facendo accumulare altri ritardi ed interessi debitori».   Chiara 
Scollo è un fiume in piena e continua a puntare il dito verso l’amministrazione comunale. «Quale azienda, oggi, non finirebbe in crisi e potrebbe sopravvivere a tale massacro? Era tutto studiato; dall’inizio dell’amministrazione Nigrelli si stava tentando di cedere a forestieri il servizio urbano, e così è stato!Vedere 
un autobus della nuova ditta, proveniente da Caltanissetta e per di più sponsorizzare una pizzeria nissena è il colmo, mentre la CSA e i suoi dipendenti sono a terra.
L'amministrazione non ha fatto niente per aiutarci: per loro e meglio avere una società venuta da fuori che una società cittadina con personale del luogo. Questa e la sola verita  in quanto i soci, per l'Amministrazione erano scomodi e non meritavano il rinnovo per altri 5 anni, dovuti per legge reggionale che avrebbe consentito di ripianare i debiti previdenziali (alcune decine di migliaia di euro) con L'I.N.P.S., in parte rateizzati è non milioni di euro come è avvenuto in altre città con società municipalizzate.
Lotteremio fino alla fine - afferma ancora Chiara Scollo - per salvaguardare società e posti di lavoro.

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